Ded sbottò:
” Tutto questo è ridicolo! ”
Al che il poliziotto alla sua destra gli tirò un pugno dritto sulla mandibola, non si ruppe, ma iniziò a sanguinare all’interno della bocca, e Ded sputò per terra, al che il poliziotto ne tirò un altro questa volta sul fianco, e Ded si piegò in avanti.
” Non si sputa schifoso artista di merda, non capite che lo facciamo per voi, una volta normali, potrete essere felici, perché non lo capite.
La signora davanti a loro fece un cenno al poliziotto che bastava così.
Intanto Ded mandò giù una bella sorsata si sangue che gli si stava propagando in bocca aveva un sapore metallico.
Non riusciva più a pensare, voleva agire e agire in fretta, non poteva andare avanti così, non poteva vivere in quel modo doveva riprendere la forza che aveva perso.
Ma li per li non seppe come fare, e fece tutto quello che gli ordinavano di fare.
Gli spostarono nell’ultima stanza e gli misero il collare.
L’ultima stanza era la ricostruzione di una casa normalissima in ordine e a fianco c’era il lavoro che dovevano fare, il suo consisteva nell’ alzare una leva e spostare degli scatoloni che uscivano da una macchina, chiuderli e accatastarli.
Si sentiva morire, sentiva già l’odore della sua morte spirituale, e la prima cosa che fece furono due lacrime, al che sentì una scossa che attraverso il suo corpo e la sua carne.
Cadde seduto, si guardò in giro e trovo una sveglia e un foglio con degli orari, vide l’ora che segnava sul foglio il momento di dormire, cosi andò nel letto e cercando di non pensare si addormentò dimenticando di puntare la sveglia.
La mattina successiva, alle sette, la scossa lo svegliò di soprassalto, ancora intontito, fece collazione ed iniziò il lavoro, andò avanti così per una settimana, ormai non aveva più stimoli, non riusciva più a ragionare e le sue emozioni erano in manette.
Stava diventando normale? Stava morendo? Cosa stava succedendo, perché tutto questo? erano gli unici pensieri che ancora riusciva a fare.
La settimana successiva i quiz gli piacevano e iniziava a trovare giusto alzarsi per lavorare, passato il mese, tutto quello che gli avevano detto che era giusto diventò giusto anche per lui.
Gli diedero l’attestato di normalità e lo fecero uscire stringendogli la mano e complimentandosi.
Non sono più trattato male pensava.
Uscendo per tornare a casa vide un cartello con su scritto
“Domani ore tre nella piazza grande la tortura di Giaco, grande spettacolo.”
Non ci diede molto peso, e lì per lì non si ricordava neanche di chi fosse questo Giaco, di certo però aveva una strana voglia di partecipare a quella barbarie.
Si diresse verso le case popolari per artisti riabilitati e non ci pensò più.
La casa era molto spaziosa e in ogni stanza c’era un televisore e un telecomando globale che le accendeva tutte, senza bisogno di cambiare telecomando di tv in tv.
Non pensava e il gesto istantaneo che gli venne da fare appena entrato fu di accendere la tv.
Con la tv ad alto volume si sedette su una sedia della cucina e lesse il programma che sarebbe stato il programma per tutta la sua vita futura.
Alzarsi alle sette
Colazione a base di prodotti biologici o latte e biscotti a scelta
Lavoro
Casa tv e pranzo biologico
Lavoro
Casa tv cena biologica.
Più o meno era simile a quello che gli avevano dato in cella di riabilitazione, ed iniziava a sentirsi orgoglioso di quello che faceva, si sentiva molto uomo a fare tutto quello che gli dicevano.
Un senso di malessere però gli era sempre costante.
Si avvicinò al frigo, lo aprì e dentro trovò verdure di ogni tipo e acqua in bottiglia.
Prese una bottiglia la aprì ma mentre apriva il tappo gli cadde nel lavello.
Mentre cercava di prenderla si tagliò una mano.
Sentì un forte dolore che lo costrinse ad urlare, il sangue scorreva molto velocemente e fu costretto a prendere di fretta il rotolo di carta sopra il piano della cucina.
Il rosso aveva invaso i suoi occhi che non guardavano più niente non capivano più niente.
D’un tratto si ricordò chi era e quello che faceva prima di quell’assurdità di essere riabilitato-
Iniziò ad urlare:
“Perché cazzo dovrei essere riabilitato”
Il nervoso gli sconvolse il viso, si mise a piangere si mise a singhiozzare e si sfogò , pianse senza interruzione per quasi un’ ora.
Di colpo la sua mente iniziò di nuovo a tornare quella che era, tornava ad essere l’uomo che era sempre stato.
Si sentiva però diverso, quasi con un senso di colpa per essere così come era nato. Quello che aveva sempre pensato fosse un dono, lo faceva stare anche peggio.
Doveva fare qualcosa, doveva reagire, solo così poteva scegliere il proprio cammino, solo così poteva sentirsi migliore e capire finalmente chi era, combattere per essere quello che voleva.
Un uomo risalì i suoi ricordi, Giaco quel uomo che da solo si scagliava contro un esercito solo perché credeva in quello che era e proteggeva il diritto di essere quello che si vuole essere.
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