“Forse non sono poi bravo come penso, forse dovrei andarmene; cazzo dico sempre la stessa cosa, dovrei andarmene ma andarmene dove, non credo ci sia un posto in grado di liberarmi da me stesso, tutto quello che succede di sbagliato, lo creo io e nessun altro.
Forse non sono un artista già forse è meglio che mi cerchi un lavoro, che la smetta di farmi del male, e creare dolore in chi mi incontra.
Quello che faccio mi viene spontaneo, bene, continuerò a farlo senza darci tutto questo peso, si, non ci darò più tutto questo peso.
Il mio problema è l’arte, ne sono ossessionato, scorre in me come un fottuto fiume e quando piove troppo, dentro di me vivo una sorta di piena, e allora sono fritto.
Che merda dico, tutto questo è stupido, è come dire che sono ossessionato da me stesso.
Ed è proprio vero, sono ossessionato da me stesso.
Va, va, tutte fregnacce ,io valgo moltissimo sono in gamba e quello che faccio è oro.
Quando parlo ho la capacità di convincere chi voglio, quindi non devo fare altro che parlarmi, ecco, ho risolto, mi parlerò fino allo svenimento.
Se solo questo servisse a farmi stare un poco meglio, forse non è neanche questo il punto, forse è solo il male allo stomaco che mi fa impazzire. il dolore ha la capacità di comandare ogni tua azione, e ogni tuo pensiero, è uno stronzo egoista, ti vuole tutto per sé, non concede niente, né a gli altri, ne a te stesso.
A volte ti mortifica, altre volte, crede di darti in mano delle eterne verità, l’unica cosa che ti insegna, è che senza si vive meglio.
Sono costretto a convincere il mio cervello, a non mandarmi più quegli imput di dolore, ho capito ho male, quindi basta,può smettere, perché tanto sono in grado di sopportare, qualsiasi cosa, ormai.
Per un po’ lo inganno, ma poi si fa trovare ancora più forte e violento di prima.”
Mentre Giaco pensava tutto questo continuava a vomitare.
Non si rendeva minimamente conto di quello che succedeva al di fuori del suo vomito ininterrotto.
Mentre vomitava da ormai due ore, di seguito si accorse che doveva anche cagare, così cercò la maniera più comoda per non vomitarsi o cagarsi addosso.
“Ecco fatto e ora?” Il lavandino era troppo distante dal water:
“Che faccio ora?”
“Amoreeee! portami una. . . .” Un altro conato:
“Bacinell..” Conato prolungato.
Pages: 1 2
Correlati